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2019 – “Liberamente, Dondolo i miei pensieri”, testo a cura della Storica dell’arte Luisa Turchi.

Elisa Donetti è la pittrice di sogni per antonomasia, quei sogni raggiungibili nella trasfigurazione immaginifica di una realtà che si nutre essenzialmente di stati d’animo.

Le sue opere rispecchiano nell’enfasi del colore e nell’essenzialità minimalista dei soggetti il sentimento ludico dell’infanzia che si vorrebbe conservare o ritrovare anche da adulti, insieme alla consapevolezza del crescere senza perdere l’innocenza di una visione che si propone nella sua malinconia liricamente archetipica. La sua pittura, inizialmente a larghe e piatte stesure di colore, con soggetti per lo più a grandezza naturale, si fa col trascorrere del tempo più vibratile, pregna di trasparenze colorate e di puntinismi. È una strada che la porta ad avvicinarsi anche all’illustrazione, e a sperimentare tecniche miste dando luogo a “mosaici di carte”, con l’aggiunta di altri materiali quali fili metallici o stoffa. Nascono così piccole storie dipinte e a collage cromaticamente accese, che ci introducono in una dimensione fluttuante dove si respira un’insolita leggerezza, sensibilità e libertà dell’essere. C’è una sua opera, intitolata non a caso Dondolo i miei pensieri, che esprime proprio la delicatezza di questo suo “cullare” e farsi “cullare” interiormente, che conduce poi alla inevitabile necessità di “volare libera”, da viaggiatrice naturale quale è, che custodisce ogni giorno incontri di luoghi e persone.

“Non c’è istinto pari a quello del cuore” scriveva già Pascal. E l’istinto di Elisa, che nella vita ha scoperto con fatica e saggezza come si fa “a rimettere insieme i pezzi”, la porta a realizzare racconti d’immagine uniti in serie, regalandoci pure emozioni di solitarie attese, avventure poetiche nascoste che invitano alla meditazione sospesa e al contempo all’agire con chiarezza e ponderatezza. Sinfonie di intermezzi fra cielo, mare e terra, da Navigo nel mio cielo ad Ascolto il canto del mare a Porto a spasso il mio cuore ed Ho tra le mani un sogno. La sua è una perenne ricerca che utilizza immediate metafore dell’essere bambini-adulti, perché nel nostro io più nascosto, ingiudicabile e segreto, tutti noi siamo stati o siamo il Pinocchio di Troverò la mia buona stella. E conserviamo i nostri ricordi passati e futuri Nel baule dei sogni come il clown di “Prima e dopo lo spettacolo”, frammenti della nostra vita dai quali non ci separeremmo mai, Col cuore in mano. Guardando con gli occhioni sgranati e curiosi del bimbo di Lettino blu o con la muta consapevolezza de Il mondo di Sara, che esibisce al collo la gioiosa difesa di un monile dei colori dell’anima – arcobaleno recondito che persino il Piccolo uomo cela nel suo copricapo – tra In un soffio di bolle e un batter di piedi di Un attimo e via, come un passo di danza, non resta che la nostalgia adolescenziale di nostri Pensieri felici mai sopiti, che profumano ancora di lavanda.

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